Nel nostro paese, fino al secolo scorso, ha imperato la pratica professionale che stima il valore di mercato degli immobili con un giudizio sintetico, basato sull’esperienza e sulla competenza del valutatore. Questa stima è indicata come expertise ossia come una stima soggettiva che non può essere dimostrata, né verificata.

Nell’expertise immobiliare il valutatore stima direttamente il prezzo unitario dell’immobile da valutare, riferendolo in genere alla superficie commerciale.

La trasformazione delle stime immobiliari consiste nell’applicazione di prati-che che adottano regole uniformi, generalmente valide e condivise. Queste regole si fondano sulla best practice, ossia su procedure valutative che mostrano risultati superiori rispetto a quelli raggiunti con qualsiasi altre procedure. Quando la best practice è tradotta in un insieme di definizioni scritte, di regole approvate, controllate e verificate da una associazione di valutatori, o da un ente o organizzazione di settore, allora diviene uno standard valutativo.

Nel campo delle valutazioni immobiliari vi sono numerosi standard nazionali e internazionali, che si attengono a comuni principi tecnico-scientifici. Questi principi considerano: una definizione univoca del valore di mercato, che uniforma le espressioni correnti di valore venale, valore commerciale e giusto prezzo; la rilevazione dei prezzi di mercato e delle caratteristiche degli immobili; l’elaborazione dei dati con procedimenti razionali, verificabili e ripetibili, basati sul confronto tra le caratteristiche dell’immobile da valutare e l’insieme degli immobili rilevati; il riesame della valutazione da parte di un valutatore diverso dal primo estensore.

Ovviamente l’expertise immobiliare non consente la formalizzazione in regole da osservare necessaria per divenire uno standard valutativo.

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