Un Paese, due registri immobiliari. Una delle tante anomalie italiane consiste nella convivenza di due sistemi di pubblicità immobiliare che tuttavia, a parte qualche difficoltà nei momenti di “incontro” – per esempio quando un notaio nel resto d'Italia deve fare un atto che riguarda un immobile che si trova in Trentino Alto Adige – funziona bene. Anzi, nel resto d'Italia non sono pochi quelli che invidiano il “tavolare”, ereditato con l'annessione all'Italia dei territori ex austro-ungarici nel 1918 e regolato dalla legge italiana con il RD 499/29. Il termine deriva dalle tabulae terrae in uso in Boemia e poi recepite nell'Impero.

Nel sistema “italiano” della trascrizione presso le Conservatorie dei registri immobiliari (di derivazione napoleonica) la proprietà o i diritti reali si trasferiscono con il consenso tra le parti. La trascrizione serve per proteggersi da successivi acquirenti. Negli atti ci si riferisce spesso ai dati catastali per identificare gli immobili, perché, a differenza che nel sistema tavolare, è l'unico registro ove so-no reperibili dati e planimetrie. Ma ciò determina qualche approssimazione e rischio di contenzioso sull'esatto contenuto dei diritti, perché il catasto non è probatorio (la sua funzione è infatti fiscale) e le mappe ei diritti indicati hanno efficacia soltanto presuntiva e indiziaria.

Invece nel sistema tavolare… 

Fonte: Il Sole 24 ore

Categorie:
Catasto